La maggior parte di noi ama andare in vacanza e sogna di esplorare il mondo avendo mesi di astensione dal lavoro. Molti di noi, pensano che una soluzione agli stress lavorativi sia risposarsi per lungo tempo. A chi non è capitato di pensare “ho solo 4 giorni di stacco, non basteranno mai a riprendermi?”, “ci vorrebbero due mesi prima di recuperare da questo periodo”.
Ci sono molti studi su questi argomenti, ed è interessante scoprire cosa dice la scienza psicologica.
Tom Meyvis, docente di marketing e di decision making alla Leonard N. Stern School of Business della New York University, ha compiuto diversi studi su questo argomento.
Uno dei principi che è stato dimostrato, è che per l’uomo interrompere un’esperienza di piacere equivale ad intensificarla. Infatti riprendere a lavorare tornando dalle vacanze riporta l’aspettativa del piacere e del relax a livelli molto elevati, così quando si tornerà in vacanza avremo una maggiore predisposizione a goderci il tempo libero. In realtà questo dipende anche da come stiamo vivendo la vacanza perché diversi studi dimostrano che l’interruzione dell’esperienza intensifica l’intensità del vissuto: se interrompiamo una vacanza piacevole avremo un’esperienza ancor più piacevole, se invece interrompiamo una vacanza che va storta avremo un vissuto ancora più spiacevole del viaggio.
Anche nel caso di un messaggio capita la stessa cosa, vedi un esperimento compiuto su 140 persone. Tutti i partecipanti desideravano avere un massaggio non-stop, ma chi ha fatto una pausa di 20 secondi in una sessione di 3 minuti era disposto a pagare il massaggio di più (26,59 dollari) rispetto chi aveva avuto una sessione senza pause (14,41 dollari).
Esistono altre variabili che influenzano la percezione delle nostre vacanze. La seconda è legata alla memoria (ricerche di Stephanie Tully), quanto più ci ricordiamo il viaggio quanto più ne abbiamo una percezione positiva (e il contrario). La memoria intensifica l’esperienza, per questo i souvenir, l’album o le foto stampate amplificano la percezione positiva del viaggio. Per questo le foto digitali non sono molto utili, perché rimangono nella memoria del computer e non ci permettono di rinforzare il ricordo, al contrario della stampa della foto che lo imprimeva potentemente. Poterlo raccontare tante volte, lo imprime nella memoria e lo rende più bello.
Un terza variabile è legata al finale. Esistono molte ricerche sull’“end effect” (così definito da Barbara L. Fredrickson). Se il finale di un’esperienza e di un viaggio è positivo, questo amplificherà la percezione dello stesso. Non c’è nulla di meglio che chiudere una vacanza con una cenetta romantica per rendere la vacanza memorabile e farci aumentare il ricordo, l’effetto benefico e la voglia di farne altre.
Insomma gli studi scientifici ci suggeriscono 3 stratagemmi per intensificare il beneficio da vacanze:
1 fare vacanze brevi
2 trovare il modo per imprimere l’esperienza nella memoria (stampate le foto, parlatene o prendete oggetti dal luogo)
3 chiudete la vacanza in modo positivo (riservate l’hotel migliore o la cena all’ultimo giorno)
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