Un effetto del cambiamento climatico che potrebbe davvero non farti dormire la notte
Il riscaldamento globale causato dalle emissioni umane dei gas a effetto serra sta avendo chiari effetti nel mondo fisico: più onde di calore, temporali più forti e livelli più alti del mare, per citarne solo alcuni. Negli ultimi anni, tuttavia, gli scienziati sociali hanno lottato con una domanda più complessa: che impatto avrà il cambiamento climatico sul benessere umano?
Le previsioni in questo ambito sono difficili, necessariamente basate su una lunga catena di ipotesi. Studi scientifici hanno predetto vari effetti, come una maggiore diffusione di malattie tropicali, meno decessi causati da un clima freddo e maggiori da quello caldo, e anche più viaggi turbolenti sugli aerei.
Ora arriva un’altra voce in questa letteratura: una previsione che in un mondo più caldo, le persone dormiranno meno. In un articolo pubblicato online venerdì dalla rivista Science Advances, Nick Obradovich e colleghi hanno previsto notti più irrequiete, specialmente in estate, quando le temperature globali aumentano. Hanno scoperto che le persone meno abbienti, le quali hanno meno probabilità di disporre di aria condizionata o di poterne usufruire, nonché gli anziani che hanno più difficoltà a regolare la loro temperatura corporea, ne sarebbero colpiti duramente.
Se le emissioni globali continueranno a mantenersi ad un livello elevato, lo studio ha evidenziato, allora ci si può aspettare ulteriori notti di insonnia oltre a quelle che le persone hanno normalmente. Entro il 2050, ogni 100 americani, ci si può aspettare ulteriori sei notti di insonnia ogni mese, secondo i calcoli dei ricercatori.
Entro il 2099, questo numero raddoppierebbe a 14 notti aggiuntive di girarsi e rigirarsi ogni mese, ogni 100 persone, nella loro stima.
I ricercatori sanno da tempo che sentire troppo freddo o troppo caldo, di notte, può disturbare il sonno di chiunque, ma nessuno ha mai pensato di chiedere come questo possa influenzare le persone in un mondo che è diventato più caldo a causa del cambiamento climatico.
Il dottor Obradovich è uno scienziato politico che ricerca sia la politica del cambiamento climatico che i suoi probabili impatti umani, che ha incarichi ad Harvard e all’Istituto di tecnologia di Massachusetts (MIT). Ha iniziato la ricerca completando una laurea di Dottorato presso la University of California, San Diego. Ha avuto l’idea per lo studio, mentre sopportava un’ondata di calore del 2015 in un appartamento a San Diego senza il condizionatore in camera da letto. “Non dormivo”, ha ricordato. “I miei amici non dormivano. I miei colleghi non dormivano. I livelli di irritabilità erano superiori al normale “. Per calcolare l’effetto delle temperature più calde del futuro, si è rivolto ai dati raccolti dai centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, che chiede alle persone tramite un sondaggio, di ricordare i loro ritmi di sonno nel mese precedente. Come previsto, ha trovato una correlazione tra le temperature più alte in alcune città e il sonno disturbato, riportato come tale dai residenti. Per fare previsioni, ha calcolato dal computer le stime di come saranno alcuni posti particolarmente caldi se le emissioni di gas serra continueranno ad un livello elevato. Il dottor Obradovich ha riconosciuto che un sondaggio sul sonno del mese precedente è soggetto alle imprecisioni della memoria. Una ricerca più definitiva comporterebbe il coinvolgimento di molte persone in un laboratorio del sonno e la manipolazione della temperatura per vedere cosa succede. “Questi dati ideali non esistono e sarebbero troppo costosi da raccogliere”, ha detto.
Un altro più grande limite dello studio, è, forse, che è impossibile sapere come sarà la società umana tra 100 anni. Quante persone vivranno senz’aria condizionata, in quel mondo? Jerome M. Siegel, direttore di un laboratorio del sonno alla University of California, Los Angeles, che non era coinvolto nello studio, ha detto che le ipotesi e i limiti dello studio gli hanno dato da pensare. “È un bell’esercizio – sì, è qualcosa che potrebbe influenzare le persone”, ha detto il dottor Siegel. “Ma questo sarebbe sul fondo della mia lista di cose di cui preoccuparsi per il cambiamento climatico, anche se sono un ricercatore del sonno”.
Articolo di JUSTIN GILLIS
Per l’originale clicca qui: https://www.nytimes.com/2017/05/26/climate/global-warming-sleep-loss.html